Definizione:
l’Uretrotomia Interna consiste nel trattamento per via endoscopica dei restringimenti del canale uretrale di diversa eziologia. Lo scopo è l’incisione e l’apertura del canale uretrale ristretto nella speranza che questo aumento di calibro si mantenga nel tempo.
Indicazioni:
stenosi dell’uretra congenite (valvole uretrali) e acquisite.
Descrizione della tecnica:
l’incisione endoscopica del canale uretrale con una lama “a freddo” può essere effettuata alla cieca (uretrotomia secondo Otis) o sotto visione (uretrotomia secondo Sachse). Da alcuni anni l’uretrotomia interna può essere effettuata anche con l’impiego del laser.
Durata della procedura:
l’intervento dura solitamente pochi minuti e può essere eseguito sia in anestesia generale che loco-regionale: a volte, può anche essere sufficiente una semplice sedazione del paziente.
Tipo e durata di ricovero:
dopo l’intervento viene lasciato in situ un catetere vescicale. La scelta riguardo il tempo di mantenimento del catetere e la sua sostituzione con cateteri di calibro progressivamente più grande, dipende dalle caratteristiche della stenosi e, più spesso, dalle abitudini del chirurgo.
In assenza di complicazioni la degenza ospedaliera è di 1-2 giorni. Nell’immediato post-operatorio può verificarsi un sanguinamento temporaneo tra catetere e meato uretrale.
Risultati:
successivamente alla rimozione del catetere si assiste ad una scomparsa della sintomatologia ostruttiva con miglioramento dei parametri minzionali.
Nelle stenosi dell’uretra anteriore (peniena e bulbare) i risultati positivi a lungo termine della uretrotomia interna (30%) sono nettamente inferiori rispetto alla chirurgia a cielo aperto delle uretroplastiche (90%). Nelle stenosi dell’uretra posteriore (membranosa e prostatica) l’uretrotomia interna fornisce dei risultati migliori che nel tratto uretrale anteriore ma comunque sempre inferiori alla chirurgia a cielo aperto.
Vantaggi:
- Minore invasività rispetto alla chirurgia a cielo aperto (uretroplastica).
- Unica terapia possibile in determinati casi in cui l’uretroplastica rischierebbe di compromettere l’erezione o la continenza urinaria.
- Costi non elevati.
- Bassa percentuale di complicanze.
Svantaggi:
- Bassa percentuale di successo a lungo termine.- Mancata esecuzione dell’esame istologico.
- Il danneggiamento della parete uretrale successivo all’intervento endoscopico può trasformare una lesione uretrale corta e semplice in una lesione più lunga e complicata che necessita di una riparazione chirurgica più complessa di quanto non fosse necessario prima del trattamento endoscopico: questo rappresenta lo svantaggio maggiore dell’uretrotomia interna.
Complicanze:
La perforazione della parete uretrale (falsa strada) può condurre alla formazione di fistole uretrali e ascessi periuretrali.
Attenzioni da porre alla dimissione:
terapia antisettica urinaria fino al terzo giorno successivo alla rimozione del catetere vescicale.
Nei pazienti con una lesione cicatriziale uretrale potenzialmente a rischio di evoluzione fibro-sclerotica con recidiva della stenosi si consiglia di evitare nei mesi successivi all’intervento ogni possibile azione traumatica sulla regione genito-perineale: evitare l’uso di cicli, motocicli, trattori, cavallo; evitare la prolungata posizione seduta, soprattutto su sedili rigidi; evitare sports da contatto che possano causare traumi nella regione interessata; seguire delle regole dietetiche (evitare vini bianchi, spumanti, birra, cibi piccanti).
Come comportarsi in caso di complicanze a domicilio:
in caso di malfunzionamento (ostruzione) del catetere vescicale, eseguire dei lavaggi sostenuti di soluzione fisiologica con un siringone a becco largo da 60 cc: se questa manovra non ottiene il risultato sperato, contattare l’urologo.
Controlli:
nel corso dei mesi successivi all’uretrotomia il paziente dovrà effettuare dei periodici controlli per valutare la validità del flusso urinario e dello svuotamento vescicale: uroflussometria ed ecografia vescicale. Se, sulla base di questi esami, si verifica il dubbio di una recidiva della stenosi uretrale, l’urologo potrà decidere di approfondire gli accertamenti con un’uretrografia retrograda e minzionale ed una uretroscopia.