L’intervento eseguito da mani esperte in laparoscopia, riproduce perfettamente i tempi dell’intervento laparotomico. Le indicazioni a questo tipo di approccio vengono decise dall’urologo in base all’aggressività del tumore ed alla necessità di eseguire una linfoadenectomia estesa.
Viene eseguita una piccola incisione al di sotto dell’ombelico e viene scollato lo spazio al davanti del peritoneo dove è posta la prostata.
Dal foro centrale si posiziona la telecamera. Vengono posizionati quindi altri 3 trocars attraverso i quali si introducono gli strumenti necessari ad eseguire l’intervento ( pinze, forbici, tamponi, bisturi ad ultrasuoni). L’ingrandimento dell’immagine permette di essere molto accurati nella dissezione e quando indicato, di eseguire in maniera precisa il risparmio dei nervi addetti all’erezione.
Viene rimosso il pezzo anatomico all’interno di un sacchetto di plastica che viene estratto dal foro centrale.
Decorso post-operatorio:
Il dolore post operatorio è praticamente assente e comunque facilmente controllabile con un blando analgesico.
L’alimentazione viene ripresa il giorno dopo l’intervento.
Ci si alza da soli il giorno dopo l’intervento.
La dimissione può già avvenire dalla terza giornata in poi.
Il catetere viene rimosso dalla sesta giornata in poi.
Le normali attività lavorative possono essere riprese tra la 12a e la 15a giornata postoperatoria.
La percentuale di emotrasfusione dopo questo tipo di intervento è molto bassa, (<5%). Percentuale di gran lunga inferiore rispetto alle percentuali della chirurgia open.
I dati della letteratura dimostrano che non vi è differenza dal punto di vista oncologico tra la tecnica chirurgica classica e quella laparoscopica, quindi un intervento mininvasivo come quello laparoscopico non inficia il controllo oncologico.
I controlli post operatori ricalcano perfettamente quelli dell’intervento eseguito cn tecnica “open”