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DIRIGENTE MEDICO UOC Urologia
Nuovo Ospedale S.Giuseppe - Empoli
Dottorato di Ricerca in Scienze Chirurgiche, Anestesiologiche e dell'Emergenza - Università di Pisa

Passaggio sonda attraverso l’uretra

Definizione:
consiste nell’introduzione attraverso l’uretra di un catetere o sonda.

Indicazioni:
lo scopo è quello di drenare (estemporaneamente o cronicamente) il contenuto vescicale.

Procedura:
previa disinfezione del glande ed eventuale introduzione nel lume uretrale a scopo lubrificante di un gel spesso contenente un anestetico locale, si inserisce in uretra la sonda o catetere, di cui esistono vari tipi, sia per la foggia dell’estremità distale (a punta diritta o angolata, conica, a becco di flauto o arrotondata) che per il calibro (espresso in French o in Charrière), sia per il numero dei lumi (a una, due o tre “vie”) che per il meccanismo che ne assicura la permanenza in sede (le sonde semplici devono essere assicurate con meccanismi adesivi appropriati, mentre i cateteri a due o tre vie sono forniti di un palloncino gonfiabile che ne assicura la staticità nel lume vescicale o nella loggia prostatica). L’uso di un tipo rispetto ad un altro è strettamente legato alle finalità del cateterismo stesso.

Preparazione:
utile una profilassi antibiotica.

Durata dell’intervento:
il cateterismo può essere estremamente agevole (ed è quindi di rapida esecuzione) o difficoltoso: in questo secondo caso è la sensibilità e l’esperienza dell’urologo che possono condurre ad una diversa soluzione del problema da affrontare (eventuale posizionamento di un tubo epicistostomico, specie nelle sospette rotture d’uretra nei traumi del bacino).

Tipo e durata del ricovero:
dipende dal motivo per cui si procede al cateterismo: la soluzione di una ritenzione urinaria acuta da ostruzione cervico-prostatica è manovra solitamente ambulatoriale.

Risultati:
va intesa come manovra estemporanea, che non va a risolvere quadri patologici se non in una loro manifestazione acuta (ritenzione urinaria). Il cateterismo intermittente può essere invece la soluzione definitiva per ritenzioni croniche d’urina in pazienti, ad esempio, con vescica neurologica.

Vantaggi:
soluzione mini-invasiva di un problema che potrebbe richiedere comportamenti più aggressivi e talora non realizzabili per le condizioni del paziente.

Svantaggi:
tranne che in certe particolari condizioni non può essere considerato la soluzione ideale e costringe alla schiavitù o di un corpo estraneo costantemente presente nelle vie urinarie (catetere a dimora) o di una procedura la cui realizzazione può condizionare anche le persone conviventi (cateterismo intermittente).

Complicanze:
uretrorragia e creazione di “false strade”, per la possibile lesione della parete uretrale: l’immediato riconoscimento di ciò consente di procedere senza alcun danno ulteriore; si potrà essere conservativi, eseguendo eventualmente una compressione esterna sull’uretra per impedire il sanguinamento, e/o, se necessario, derivando le urine dalla vescica mediante una cistostomia “a minima”.

Attenzioni da porre alla dimissione:
laddove il catetere sia lasciato a permanenza se ne deve verificare la pervietà, evitando così sovradistensioni della vescica; in tal caso si deve procedere anche alla sua sostituzione periodica, che varierà in rapporto con il materiale di cui lo stesso è costituito (che ne condiziona anche la tollerabilità). La profilassi antibiotica, in tal caso, è da convertire in trattamento protratto nel tempo, pur se a basso dosaggio.

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