La litotrissia extracorporea ad onde d’urto (ESWL) si prefigge di ottenere la la frantumazione del calcolo utilizzando onde d’urto prodotte da un generatore ad ultrasuoni.
Nonostante la percentuale di bonifica completa del calcolo dopo litotrissia extracorporea ad onde d’urto sia elevata (60-90% a seconda delle dimensioni e della localizzazione del calcolo che deve essere comunque di diametro non superiore a 2-3 cm), è comunque possibile per la persistenza di frammenti litiasici nel rene o nell’uretere il successivo ricorso ad ulteriori trattamenti di completamento.
Il trattamento viene eseguito in sedazione. Il puntamento del calcolo viene effettuato mediante radioscopia o, nel caso in cui il calcolo sia radiotrasparente, con l’ausilio dell’ecografia.
Le possibili complicanze della litotrissia a onde d’urto sono rappresentate dalla comparsa di coliche renali, di iperpiressia o di ematuria macroscopica. L’ostruzione della via escretrice secondaria alla presenza di un frammento litiasico potrà rendere necessario nel postoperatorio il posizionamento di un cateterino ureterale interno (stent) o, più raramente, di una nefrotomia percutanea.
Altra possibile anche se rara complicanza (1%) è la formazione di ematomi perirenali conseguenti all’azione delle onde d’urto sul parenchima renale. Tale complicanza nella quasi totalità dei casi si risolve spontaneamente, solo eccezionalmente si rende necessario il trattamento chirurgico.